Licenza Creative Commons
I feed RSS di Firriando
La pagina Facebook di Firriando
La pagina Google+ di Firriando
Il Tumblr blog di Firriando
Copyright © 2013-2015. Nicola Rizzuti. Sotto licenza CC BY-SA 4.0.  Alcuni diritti riservati.
v 2.16 del 3/05/2015
Firriando su Twitter
Pubblicità
L’olivicoltura nella zona del Belice ha una lunghissima tradizione, in particolare per l’oliva da tavola Come raccontò Plinio a proposito di Selinunte, si esportava olio sin dai tempi dell'insediamento della cittadella greca di Selinunte che aveva rapporti commerciali con tutte le colonie Greche della Sicilia orientale. Sotto la dominazione Greca Selinunte diventò la città più importante della Sicilia occidentale e disponeva di una flotta commerciale utilizzata per il trasporto di produzioni agricole, quali vino, cereali e soprattutto olio. Inoltre Giuseppe Ferrigno, trattava già nel 1700 tra le attività della città di Castelvetrano, l'esportazione soprattutto di olio extra vergine di oliva. Nel corso degli ultimi due secoli si è scoperta la duplice attitudine della cultivar “Nocellara del Belice” e di conseguenza le produzioni olivicole si sono diversificate in olio ed olive da mensa lavorate sia in verde che in nero.

Le Olive da tavola Nocellara del Belice sono coltivata nei territori dei comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, in provincia di Trapani; sono verdi e nere: le olive verdi vengono trasformate secondo sistemi di deamarizzazione e fermentazione di tre tipi (sivigliano, al naturale, alla Castelvetrano o alla napoletana), mentre le olive nere possono maturare sia con che senza trattamento con mezzo alcalino.

Dalla polpa croccante, che si stacca con facilità dal nocciolo, le Olive Nocellara del Belice hanno un odore acidulo ed un sapore acido, salato, leggermente piccante, con sensazioni di amaro e di dolce.

La"terra " cioè il suolo coltivabile, fin dal 1600 è per la Valle del Belice, se non la sola ed esclusiva risorsa, indubbiamente la primaria e tale da rappresentare il bene economico più importante. Castelvetrano, come capitale dello "Stato" dei Tagliavia Aragona, può prendersi a specchio e misura del mondo feudale, regolato da complessi rapporti sociali.

I Tagliavia Aragona possedevano circa 21 feudi dei 27 ricadenti nell'agro di Castelvetrano, estesi circa 8600 salme. L'olivo rappresentava fin da allora coltura tipica dei censi e tale pianta trova incremento definitivo
nella valle fin dal 1700. Anche se la coltura delle olive si è ereditata dagli antichi Greci e negli anni tutte le attività imprenditoriali e commerciali sono state documentate dal Ferrigno (antico e famoso storico castelvetranese) fino ai nostri giorni. Di Don Vincenzo Lazio, in un revelo dei giurati dei beni stabili e rendite possedute da persone estere si dice che, nel suo luogo grande sito nel feudo di Latomie vi erano "numero quattordeci migliara d'alberi d'olive cioè migliara tre di frutto e migliara undeci d'anni tre existente dentro a le vignie".

In una relazione, si afferma che nel feudo di Belice sono stati trovati ulivi innestati a conto del Duca di Terranova in numero 18.087 innesti fatti dal 1744 al 1788 (Dat. Castelvetrano 21 luglio 1788. ASC. Rollo VI ff. 979-980). Asserzioni da parte del sig. Battista Ponte comprovante avere egli piantato ed innestato 4000 ulivi in due suoi luoghi grandi nel feudo di Latomie (DAT Castelvetrano 24 ottobre 1790. ASC. Rollo VII ff. 56 57). Nello stesso periodo, 1791 un altro grosso proprietario Don Giovanbattista Bonsignore, attesta di aver fatto piantare in suo loco grande nel feudo di Seggio circa 1052 piante di ulivo.

Tali testimonianze mettono in evidenza la tradizionalità storica della coltura dell'olivo nella Valle del Belice; pianta già apprezzata da nobili e borghesi a partire dal 1600. Questo discorso è anche testimonianza di una certa vocazionalità presente nel suddetto areale nei riguardi della coltivazione della pianta di ulivo.

I suoli rossi e bruni e il clima spiccatamente mediterraneo creano condizioni microambientali che influiscono sulle caratteristiche di tipicità dell’oliva prodotta nella Valle del Belice. Il prodotto può essere raccolto dalla fine di settembre alla metà di novembre. Viene molito dopo poche ore dalla raccolta per trasmettere all'olio tutto il profumo e la fragranza delle olive appena raccolte.

L’ oliva può essere consumata come antipasto, assieme ad altri prodotti tipici siciliani, come caponate, formaggi, salsicce, pomodori secchi sott’olio, carciofini sott’olio.

I luoghi

Oliva Nocellara del Belice D.O.P.

Firriando
Cerca

Ricette
Uova e fritture
Frutta e conserve
Chiudi menù
Firriando logo