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Le schede di Firriando sono sempre in perenne aggiornamento, per segnalare errori od omissioni, usate la pagina contatti.
Provincia di: Palermo
Superficie: 158,88 kmq
Abitanti: 678412
Prefisso telefonico: (0039) 091
CAP: 90100
Codice ISTAT: 082053
Codice catastale: G273
Targa: PA
Nome abitanti: palermitani
Patrono Santa Rosalia festeggiato il 15 luglio

Sulla città

Palermo - la scheda di Firriando

Schema della città

Sulla piazza Giulio Cesare si affaccia l'ingresso della stazione Palermo Centrale, un edificio in stile Umbertino, realizzato insieme alla piazza nel 1866. Da qui ha inizio la via Roma, un lungo rettifilo che punta in direzione nord per arrestarsi fino al teatro Politeama. Un isolato a sinistra dalla stazione centrale ha inizio la via Maqueda con andamento parallelo alla precedente. Le due vie sono il risultato di sventramenti realizzati in epoche diverse. La via Maqueda fu aperta agli albori del XVII secolo e porta il nome di colui che la tracciò, il duca di Maqueda. La via Roma sorse invece a cavallo del XIX e XX secolo. Tra le strade con andamento orizzontale va menzionata la via Abramo Lincoln che ha inizio dalla piazza Giulio Cesare per terminare sul lungomare in una zona verde costituita dai giardini di Villa Giulia e dall'adiacente Orto botanico. Più a nord e sempre con andamento orizzontale sta Càssaro o Corso Vittorio Emanuele, la strada più antica di Palermo. L'incrocio con la via Maqueda è noto come "Quattro Canti" (nome ufficiale Piazza Vigliena). Ancora più a nord le vie Roma e Maqueda incrociano la via Cavour che segna il limite del centro storico. L'arteria ha inizio da piazza Verdi dove sta il teatro Massimo e termina in piazza XIII Vittime, a ricordo della Rivolta della Gancia che accompagnò la spedizione dei Mille nel 1860.

Cosa vedere

La città può essere considerata divisa in due parti dall'asse delle vie Cavour e Volturno; a Nord, adiacente al porto, è la parte moderna, a isolati rettangolari, separati da larghe strade; a Sud, nella struttura minuta e irregolare della parte antica, un tempo limitata dalle mura medievali e spagnole, due viceré spagnoli, il duca di Toledo che tenne la carica nel 1565-66 e il Maqueda che governò la Sicilia dal 1598 al 1601, hanno tracciato due strade rettilinee: la prima, via Vittorio Emanuele, già Càssaro (da et Kasr, il castrum o castello), dalla Marina al Palazzo dei Normanni; la seconda perpendicolare alla prima e parallela al mare, via Maqueda.
Le due strade dividono la città in quattro quartieri, approssimativamente di ampiezza uguale, e si incrociano nella piccola piazza Vigliena o Quattro Canti, un tempo centro della città.

Il quartiere nord-occidentale della città vecchia.

La grandiosa Cattedrale si erge in fondo a una piazza verde; è un monumento di grande interesse che va considerato nei dettagli, essendo frutto di complessa vicenda costruttiva dal primo edificio del 1185 al rifacimento e alla cupola del Fuga (1781-1804). Sulla sinistra della facciata (XIV-XV sec), la loggia dell'Incoronata (XII sec; rimaneggiata nel '500) è quella dalla quale i monarchi si mostravano al popolo, ricevuta la corona. Nel fianco destro campeggia il portico di gusto gotico fiorito catalano; la parte absidale, fra due torricelle, con le tre absidi ad archeggiature intrecciate e incrostazioni policrome, conserva il sapore della costruzione di epoca normanna. Nell'interno neoclassico si trovano le famose tombe imperiali e reali di Enrico VI, Federico II, Costanza e Ruggero II, l'urna argentea (1631) con le reliquie di S. Rosalia, patrona di Palermo, e una Madonna di Francesco Laurana (1469). Preziosi oggetti sono conservati nel Tesoro, insieme alla tiara d'oro di Costanza d'Aragona, moglie di Federico II; nella sagrestia è una Madonna di Antonello Gagini (1503), il maggiore di questa famiglia di scultori palermitani (originari di Bissone, Canton Ticino, da dove proveniva il padre di Antonello, Domenico). La cripta è del XII sec. Nel Palazzo Arcivescovile, il Museo Diocesano è una notevole rassegna di arte sacra dal XII sec.

Il quartiere nord-orientale della città vecchia.

Lungo o in prossimità della via Vittorio Emanuele, si trovano: la chiesa barocca di S. Matteo (1663; nell'interno, marmi e ornati e 4 statue di Giacomo Serpotta): S. Antonio (dal fianco sinistro si scende al più antico mercato di Palermo, l'animatissima Bocceria vecchia o Vucciria); S. Maria di Porto Salvo, costruita in forme rinascimentali nel 1526 e alterata nel 1581; S. Maria della Catena, della fine del 400, librata tra gotico-catalano e rinascimento (il nome viene dalla catena con cui si chiudeva il porto).
L'oratorio del Rosario di S. Domenico è nell'interno un capolavoro di grazia e di eleganza per la prodigiosa decorazione a stucchi di Giacomo Serpotta; tele di Luca Giordano e del monrealese Pietro Novelli, considerato il maggior pittore siciliano del '600; la Madonna del Rosario, all'altare, è di van Dyck. Altri finissimi stucchi del Serpotta rivestono l'oratorio di Santa Cita. S. Giorgio dei Genovesi è una bella chiesa della fine del '500. L'importantissimo Museo Archeologico occupa l'edificio seicentesco dell'ex convento dei Filippini. Nelle vaste raccolte spiccano le sculture siceliote da Selinunte con, in particolare, le 3 metope del tempio C (metà VI sec. a.C), le due mezze metope del tempio F (V sec. a.C.) e le 4 famose metope del tempio E (460-450 a.C).

Il quartiere sud-occidentale della città vecchia.

Immediatamente vicina ai Quattro Canti è la ricca chiesa barocca di S. Giuseppe dei Teatini, dallo straordinario interno di marmi, stucchi e affreschi. Il Gesù, o chiesa della Casa Professa, è nell'interno, pieno di tarsie e intagli marmorei, uno splendido esempio del barocco siciliano. Adiacente al giardino a palme della Villa Bonanno, il Palazzo Sclafani è un bell'esempio di architettura gotica civile nella facciata dalle alte archeggiature intrecciate che includono bifore. Dall'altro lato della villa Bonanno si leva imponente e complesso uno dei più importanti monumenti storici dell'isola, il Palazzo dei Normanni, di iniziale costruzione araba, sontuosa reggia degli Altavilla, poi di Federico II e, all'epoca, grande centro di cultura dove si intrecciarono fruttuosamente le tradizioni antico-classica, araba e bizantina (qui con la "scuola siciliana" cominciò la poesia italiana). Al primo piano si trova la Cappella palatina, il più splendido episodio del periodo normanno (Ruggero II, 113240). E a tre navate, divise da archi acuti su colonne antiche; il pavimento è a mosaico e preziosi marmi rivestono la parte inferiore delle pareti; un eccezionale soffitto ligneo a stalattiti e alveoli di impronta araba (circa 1143) copre la navata centrale; vicini al santuario, un ambone a mosaico su colonne e il candelabro pasquale (XII sec); sopra i marmi, lo splendore dei mosaici bizantini (XII sec.) su fondo oro, con scene bibliche e storie dei Ss. Pietro e Paolo con scritte in latino lungo le navate, scene evangeliche con scritte in greco nel santuario, il Cristo Pantocratore circondato da Arcangeli, Profeti ed Evangelisti nella cupola. Negli appartamenti reali si notino la sala di Ercole o del Parlamento, dove si riunisce l'Assemblea regionale, e la sala di re Ruggero con i mosaici di scene di caccia (circa 1170). La normanna chiesa di S. Giovanni degli Eremiti, in un suggestivo giardino, è una delle più pittoresche immagini palermitane. Nel giardino di piante esotiche, un graziosissimo chiostro del '200, su colonnine binate.

Il quartiere sud-orientale della città vecchia.

Contigua ai Quattro Canti, la piazza Pretoria è occupata quasi interamente dalla fantasiosa Fontana pretoria, opera dei manieristi fiorentini F. Camilliani e M. Naccherino (1555-75). S. Cataldo, con le arcature cieche sui muri esterni, la merlatura araba e le tre cupolette, lo spoglio e suggestivo interno, ha le forme architettoniche pure del periodo normanno (circa 1160). La Martorana, o chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio (Giorgio di Antiochia, che la fece erigere), è un altro gioiello del periodo normanno. Risale al 1143, ma venne in parte rimaneggiata nel '500 e '600, anche con l'aggiunta della fronte barocca sul fianco. Originalissimo il campanile, a 4 piani con bifore, colonnine angolari e tarsie policrome. Nell'interno, con la pianta a croce greca originaria, modificata per l'aggiunta di una serie di campate, i due mosaici di Ruggero II incoronato da Gesù e di Giorgio di Antiochia ai piedi di Maria, sulla fronte di quello che in origine era un portico, e gli splendenti mosaici pure bizantini (XII sec.) del santuario; si noteranno il Pantocratore, gli Arcangeli, i Profeti e gli Evangelisti, nella cupola, e in due riquadri la Natività di Gesù e il Transito di Maria. Transenne a mosaico chiudono le absidi. La decorazione a stucchi di statue simboliche, scene della vita dei Ss. Lorenzo e Francesco e tripudianti putti, che riveste l'oratorio di S. Lorenzo è considerata il capolavoro, per vivacità e maturità di stile, di Giacomo Serpotta. La chiesa gotica di S. Francesco d'Assisi, lungo le minori delle tre navate, presenta un succedersi di cappelle gotiche e rinascimentali.
Il Palazzo Mirto racchiude arredi settecenteschi in alcune sale. Sulla vasta piazza Marina, che ha al centro il giardino Garibaldi con palme e piante rare, si trova il Palazzo Chiaramonte, detto lo Steri (da hosterium, nel senso di palazzo fortificato), compatto e severo, con bifore e trifore gotiche, intarsi di calcare tufaceo e lava, nobile esempio di palazzo medievale siciliano; fu la sede del tribunale del S. Uffizio. Il Museo internazionale delle marionette comprende, oltre ad una raccolta di pupi siciliani, esemplari del teatro napoletano, burattini e marionette di vari paesi e marionette orientali del teatro d'ombre. Nel Palazzo Abatellis, robusta architettura tra il gotico-catalano e il rinascimento (1495), ha sede la Galleria Regionale della Sicilia, che è un'importante raccolta artistica, famosa per la meravigliosa Annunziata di Antonello da Messina. Altri rari capolavori sono tre Santi ancora di Antonello, il busto purissimo di Eleonora d'Aragona di Francesco Laurana, il famoso affresco col Trionfo della Morte della metà del '400, proveniente da Palazzo Sclafani, la Madonna del Latte di Giovanni di Nicola, il trittico di Malvagna del fiammingo Mabuse e il raro vaso di Malaga di ceramica ispano-moresca.

La città nuova e il Monte Pellegrino.

Opere di artisti dell'800 e contemporanei costituiscono il patrimonio della Galleria d'Arte Moderna E. Restivo. Dalla piazza antistante parte il largo ed elegante viale della Libertà, fiancheggiato da ville e giardini. Il magnifico Parco della Favorita, ai piedi del Monte Pellegrino, fu creato nel 1799 da Ferdinando di Borbone quando, cacciato da Napoli dai francesi, dovette riparare in Sicilia. Accanto alla Palazzina Cinese, il Museo Etnografico Pitrè, uno dei più importanti della disciplina, documenta in 31 sale vita, usi e costumi siciliani
Sulla dirupata massa calcarea del Monte Pellegrino, sorge il santuario di S. Rosalia, con l'edificio di un convento e la grotta-cappella (stillante, si dice, acqua miracolosa) nella quale la Santa visse in penitenza fino alla morte (1166); una strada porta ancora a uno spiazzo con la colossale statua di S. Rosalia e una splendida vista su mare e costa.

Nella periferia meridionale e occidentale.

Villa Giulia o Flora è un grazioso giardino settecentesco con un lato verso il mare. Limitrofo è l'Orto Botanico, fondato nel 1789, uno dei più importanti d'Europa, con magnifici esemplari di flora di ogni parte del mondo. Nella parte più meridionale della città si trovano la chiesa di S. Giovanni dei Lebbrosi, che risale al 1070; S. Spirito (nel recinto del cimitero di S. Orsola), una squadrata costruzione del XII sec. davanti alla quale esplose la rivolta antiangioina dei "Vespri siciliani" (31 marzo 1282) e che custodisce nell' interno una Croce dipinta del '400; sulle prime pendici del Monte Grifone, la chiesa quattrocentesca di S. Maria di Gesù. Nella parte occidentale della città è la Zisa, un edificio costruito dai re normanni Guglielmo I e Guglielmo II (XII sec.) seguendo il gusto musulmano, come luogo di delizie. La Cuba era uno dei padiglioni del parco di Guglielmo II (1180); il suo aspetto è squisitamente islamico e vi è addirittura un'iscrizione in arabo nel fregio.

Dove mangiare

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Dove dormire

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Sulla città

Grande, decadente, brulicante di attività, il capoluogo non è per tutti i gusti; il traffico, la povertà di alcuni quartieri, il barocco allo stesso tempo magnifico e trascurato disturbano le persone più delicate. Ciononostante, si tratta di una delle città italiane più vibranti ed emozionanti, un luogo afoso, sensuale, le cui antiche origini mostrano ancora lo stampo dei dominatori arabi, normanni e spagnoli. I monumenti delle glorie passate si ergono in mezzo alle abitazioni moderne e alle stradine affollate, disputandosi lo spazio tra i bazar arabi, il porto trafficato, le bettole malconce e le strade sovraffollate, in uno spettacolare contrasto fra antico e nuovo. Il sito in cui sorge Palermo è sempre stato la sua attrazione: un porto naturale, una cerchia di montagne e, nel mezzo, l'ampio anfiteatro della Conca d'Oro. Una volta era un territorio fertile, con palme, vigneti e boschetti di agrumi, ma oggi la Conca d'Oro sparisce sotto i palazzi della città. I primi a insediarsi nella zona furono probabilmente gli uomini preistorici che incisero i graffiti nelle grotte del Monte Pellegrino, l'altura di 606 metri situata a nord del centro attuale. Dall'VI II secolo a.C. sì è sviluppato il porto, che serviva per i traffici di fenici e cartaginesi, popolazioni di origine mediorientale e africana. Nel 254 a.C. la città fu occupata dai romani, ma l'età aurea è iniziata con gli arabi (831-1072) ed è proseguita per tutto il XII secolo con i normanni, al tempo dei quali Palermo divenne il centro più ricco, cosmopolita e civilizzato d'Europa. I normanni vi hanno lasciato i monumenti più imponenti (la cattedrale di Monreale e la Cappella Palatina) ma il ricordo del dominio arabo persiste nelle strade labirintiche, nei mercati affollati (in particolare, la Vucciria), nella predilezione per le decorazioni vistose, per l'atmosfera esotica e colorita. Ma questo è anche il marchio di epoche successive, dal momento che l'accumulo dei secoli appare come una delle qualità più tipiche e affascinanti di Palermo. Chiese rinascimentali e stravaganti edifici barocchi si trovano a ogni angolo, in particolare la Martorana, San Giuseppe dei Teatini, gli oratori di San Domenico e Santa Cita. Poi ci sono i musei, che reggono il confronto con i migliori in Italia, per esempio la Galleria Regionale o il Museo Archeologico, in cui si conservano prodotti artistici e artigianali di ogni epoca. Nonostante tutto questo splendore, Palermo appare però problematica: il traffico è una piaga, il rumore assordante, l'indigenza endemica di alcune zone, l'edilizia moderna un obbrobrio (retaggio di governi corrotti e collusi con la Mafia). Eppure, i danni non sono irreparabili negli ultimi anni amministratori più onesti stanno cambiando le cose, devolvendo le notevoli somme di denaro ricevute dallo stato e dall'Unione Europea per il restauro del centro storico. La decadenza sarà una delle cose più affascinanti di Palermo, ma oggi vogliamo sperare che essa rimarrà pittoresca e non diventerà un male incurabile.
Firriando
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