Le ricette
Il Cacio all'Argentiera: una preziosa invenzione culinaria
Ingredienti:
500 gr caciocavallo fresco
2-3 spicchi di aglio
un ciuffetto di origano
un cucchiaio di aceto di vino bianco
un bicchiere di olio extravergine di oliva
sale, pepe
Preparazione:
In una padella scaldate l'olio e fate imbiondire gli spicchi di aglio.
Rosolate per cinque minuti, da entrambi i lati, le fette di formaggio.
Togliete l'aglio, versate l'aceto e lasciate evaporare.
Spolverate con un pizzico di sale, l'origano tritato finemente e il pepe appena macinato.
Abbassate il fuoco, coprite la padella e cuocete ancora per qualche minuto.
Servite caldissimo.
La Sicilia in generale e Palermo in particolare vantano una tradizione plurimillenaria di prim'ordine nel campo dell'artigianato dei preziosi. Non è un caso che il 17 ottobre del 2003 l'UNESCO abbia iscritto l'oreficeria e l'argenteria palermitana nel REI: il Registro delle Eredità Immateriali istituito dalla Regione Siciliana in applicazione della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.
Il nome di questa ricetta (in dialetto Caciu all'Argintera) la si deve proprio ad un argentiere di Palermo venutosi a trovare in difficili condizioni economiche.Non potendosi più permettere i manicaretti a cui era abituato, avrebbe fatto di necessità virtù ideando una pietanza semplice, ma profumatissima (odore simile alle pietanze a base del ben più costoso coniglio) e riuscendo così a nascondere ai vicini di casa i suoi guai finanziari.
La ricetta sarebbe quindi originaria del Palermitano, ma è un piatto diffuso anche in altre province nelle quali viene usato il caciocavallo specifico della zona. L'ingrediente di base è infatti il formaggio, in questo caso un caciocavallo a pasta filata, prodotto nelle province di Palermo e Trapani, in particolare nelle vallate dell'Eleutero e dello lato, dove pascolano ancora poche vacche di una razza autoctona, la cinisara.